Marchi di Identità Territoriale P.I.T.

Marchi di Identità Territoriale P.I.T.

Prodotto Identitario Territoriale

Accademia delle Imprese Europea, attraverso il marchio di tracciabilità PIT, vuole raccontare la storia del prodotto, la sua natura, le sua strada, le sue caratteristiche che sono legate imprescindibilmente alla storia ed alle tradizioni del territorio di origine.

Prodotti la cui provenienza delle materie prime, la trasformazione ed il confezionamento sono riconducibili ad un’unica azienda italiana

delle materie prime, la trasformazione ed il confezionamento sono riconducibili in ambito regionale italiano

Prodotti la cui provenienza delle materie prime, la trasformazione ed il confezionamento sono riconducibili in ambito italiano

REGOLAMENTO TRACCIABILITA' P.I.T.

DEFINIZIONE STRUMENTO “PIT

Prodotto Identitario Territoriale”, “Logo del MENU’ Identitario”

L’Accademia delle Imprese Europea, in seguito indicato, per semplicità espositiva, semplicemente come “AdIE”, adotta un Marchio collettivo denominato PIT, al fine di promuovere le produzioni in ambito Agroalimentare, Gastronomico ed Artigianale-artistico e tradizionale legate al territorio italiano.

Il Marchio “PIT – Prodotto Identitario Territoriale” è uno strumento di identificazione attraverso un sistema di gestione della tracciabilità territoriale, che l’AdIE assegna ai prodotti in ambito Agroalimentare ed Artigianale-artistico e tradizionale, per garantire ai consumatori l’italianità delle materie prime per produzione o per tradizioni locali come promozione culturale e turistica locale. 

Le imprese aderenti contribuiscono a costituire un fronte unico di valorizzazione basato sull’identità del territorio regalando un valore aggiunto al patrimonio culturale, artistico e turistico.

I prodotti che possono fregiarsi del Marchio PIT offrono al consumatore diversi tipi di vantaggi tra cui una garanzia di controllo e territorialità acquisita attraverso la cooperazione degli operatori che applicano precise procedure e regole.

Possono richiedere il Marchio PIT tutte le imprese che operano sul territorio italiano, previa verifica dei requisiti richiesti, (secondo i criteri definiti nel presente Regolamento) appartenenti a distinte categorie: Agroalimentare, Gastronomico ed Artigianato-artistico e tradizionale.

Il Marchio PIT, in base al presente Regolamento, verrà concesso alle aziende di produzione impegnate in un percorso di tracciabilità, qualità e sostenibilità dei prodotti con validità annuale a decorrere dall’assegnazione.

Oltre allo strumento PIT, l’accademia dispone del “Logo del MENU `Identitario” concesso in ambito Gastronomico, alle strutture di ristorazione, che aderiscono al progetto “Identità Gastronomica Territoriale”, composto esclusivamente da prodotti contrassegnati con il marchio PIT.

Il Consiglio Direttivo Nazionale nomina per le verifiche  e i controlli relativi all’assegnazione del Marchio PIT, l’Organismo Interno e l’Organismo di Vigilanza.

CLASSIFICAZIONE “PIT

Prodotto Identitario Territoriale”

Gli elementi d’origine nel marchio di tracciabilità PIT vengono assegnati in ragione della località di produzione delle materie prime, esclusivamente italiane, della loro trasformazione e del confezionamento per il settore Agroalimentare, mentre per il settore Artigianato-artistico e tradizionale in base alla provenienza della materia prima italiana e delle tecniche di produzione, che possano essere riconducibili per caratteristiche esecutive e strumentazioni utilizzate a quelle tradizionali.

Il “PIT VERDE” prodotti la cui provenienza delle materie prime, la trasformazione ed il confezionamento sono riconducibili ad un’unica azienda italiana;

Il “PIT BIANCO” prodotti la cui provenienza delle materie prime, la trasformazione ed il confezionamento sono riconducibili in ambito regionale italiano;

Il “PIT ROSSO” prodotti la cui provenienza delle materie prime, la trasformazione ed il confezionamento sono riconducibili in ambito italiano.

Per il settore ristorazione verrà assegnato il Logo di “MENU’ Identitario” con apposito codice identificativo e relativo strumento di procedimento del menù identitario

DEFINIZIONE DI MATERIA PRIMA

Definizione di materie primarie in ambito agroalimentare:

  1. Richiamata in “Denominazione alimento”
  2. Presente in quantità minima del 30% sulla formulazione
  3. Devono essere esclusivamente prodotte nel territorio italiano.
  4. Possono essere riconducibili al riconoscimento P.I.T. alimenti principali definiti tali perché espressione di storia e di tradizione non reperibili sul territorio italiano. Deve essere indicata la provenienza e l’azienda produttrice.

Definizione di materie primarie in ambito artigianato-artistico e tradizionale:

  1. La materia prima, costituente l’oggetto/opera, sia di Provenienza ITALIANA, ovvero ricavata, lavorata e distribuita da aziende ITALIANE.
  2. La materia prima, costituente l’oggetto/opera, di provenienza ITALIANA sia presente in una quantità minima del 90 %.
  3. La materia prima, costituente l’oggetto/opera, di provenienza ITALIANA sia riconducibile per caratteristiche chimico fisiche alle materie prime utilizzate tradizionalmente nella produzione di oggetti/opere simili.
  4. Possono essere riconducibili al riconoscimento P.I.T. prodotti artigianali artistico-tradizionali definiti tali perché espressione di storia e di tradizione locale, costituiti da materie prime non più reperibili sul territorio italiano. Deve essere indicata la provenienza e l’azienda produttrice.

CAMPO DI APPLICAZIONE DEL “PIT

Prodotto Identitario Territoriale” – “Logo del MENU’ Identitario”

La promozione e valorizzazione delle produzioni è finalizzata a:

  • promuovere una crescita costante del livello qualitativo dei prodotti del territorio, al benessere degli animali allevati, alla biodiversità, al patrimonio naturale, ambientale, artistico e culturale dell’ITALIA;
  • garantire i consumatori che fruiscono dei beni del territorio, della loro origine, provenienza e qualità;
  • incentivare l’imprenditoria locale a produrre beni in modo sostenibile e nel rispetto delle tradizioni locali;
  • potenziare le attività di promozione, attraverso la valorizzazione e promozione del territorio che l’utente finale può riconoscere quale identificativa dell’origine e della qualità dell’offerta.

MATERIA IN OGGETTO DI VERIFICA

L’Organismo di Controllo verifica gli atti aziendali, la scheda PIT autocertificata e la documentazione allegata per l’istruttoria e l’assegnazione del MARCHIO PIT. Il Consiglio Direttivo Nazionale procede alla deliberazione per la certificazione del prodotto PIT, nel rispetto del presente regolamento.  La certificazione   consente la deroga per l’utilizzo di materia prima extra Italia, esclusivamente, nel caso in cui per tale alimento/oggetto/opera non esista una produzione Italiana.   

Le imprese e le forme associative per fruire del Marchio PIT devono essere iscritte presso l’apposito Registro istituito dall’AdIE.

MATERIA IN OGGETTO DI VIGILANZA

L’AdIE con apposito Organismo di Vigilanza, composto da esperti professionisti, interni ed esterni all’AdIE, si riserva di effettuare, a campione, la verifica della conformità del PIT o del MENU’ Identitario assegnato alle aziende.

Il controllo ha per oggetto tutto ciò che l’impresa autocertifica all’atto della richiesta di concessione d’uso del Marchio, sulla documentazione allegata e sugli impegni che l’impresa assume nei confronti dell’AdIE, con apposito atto di corresponsabilità.  

Tale procedimento garantisce e tutela l’impresa nel rispetto del procedimento di tracciabilità secondo le norme stabilite per il riconoscimento del Marchio PIT o del MENU’ Identitario.

CONCESSIONE DEL MARCHIO PIT

 Prodotto Identitario Territoriale

Il marchio di tracciabilità PIT può essere concesso in uso alle imprese associate del settore agroalimentare   ed enogastronomico e del settore dell’Artigianato-artistico e tradizionale. Il marchio è costituito dalla dicitura “PIT” e dalla immagine grafica assegnata secondo la Classificazione PIT.

Il Marchio PIT ed il QR code di riferimento, deve essere apposto nell’etichetta del prodotto a cui viene assegnato indipendentemente dal formato della confezione. Può essere apposto in documenti o materiale pubblicitario diverso dalla confezione del prodotto.

L’utilizzo del Marchio PIT attesta la conformità del processo di tracciabilità, l’origine e la provenienza delle materie prime secondo quanto previsto nel capitolo CLASSIFICAZIONE “PIT- Prodotto Identitario Territoriale”.

Il corretto utilizzo del Marchio PIT è sotto la responsabilità dell’azienda a cui è stato assegnato e deve essere utilizzato esclusivamente per il prodotto per cui è stato ottenuto. È vietato l’uso di segni distintivi che possano trarre in inganno terzi sul significato e sul simbolo del Marchio PIT, secondo quanto previsto dalle normative nazionali e comunitarie vigenti in materia.

Il Marchio PIT non può costituire Marchio principale e deve, perciò, essere associato al marchio d’impresa ovvero alla denominazione della stessa.

Le sanzioni vengono erogate dal Consiglio Direttivo dell’AdIE su proposta dell’Organismo di Vigilanza.

Eventuali abusi nell’uso del Marchio PIT da parte di aziende non iscritte nell’apposito registro saranno perseguiti a norma di legge.  Nel caso in cui, in un’azienda cui sia stato concesso l’uso del Marchio, vengano accertate irregolarità in fase di controllo da parte dell’ORGANISMO di Vigilanza, l’imprenditore sarà sottoposto a sanzioni diverse in base alla natura dell’illecito, fatte salve le sanzioni previste per legge in caso di specifiche ipotesi di illecito amministrativo o penale.

CONCESSIONE del LOGO

MENU’ Identitario
La cultura della cucina è uno dei fattori più importanti dell’identità territoriale. Conoscere il territorio attraverso i sapori dei piatti culinari, è il principio fondamentale per la promozione e la valorizzazione del binomio cibo-cultura.

L’identità gastronomica territoriale, ha come obbiettivo, far conoscere il patrimonio gastronomico territoriale, promuoverlo, valorizzarlo e auspicare che la ristorazione italiana, adotti sempre più la ricetta locale, per rilanciare i piatti della memoria, ma soprattutto, piatti legati alla storia e alla tradizione, con le materie prime di origine territoriale.

L’identità gastronomica territoriale, è espressione della cultura culinaria italiana e della dieta mediterranea.  Il ristoratore è protagonista e ambasciatore nel mondo, realizzando uno o più piatti identitari territoriali, utilizzando il paniere PIT del territorio di appartenenza.

L’adesione all’identità gastronomica territoriale è vincolata al procedimento del piatto identitario quale racconto della storia, delle tradizioni e delle tipicità del luogo.

L’identità gastronomica territoriale viene geograficamente circoscritta in ambito distrettuale telefonico. Possono essere utilizzate materie prime specifiche, certificati PIT, al di fuori del distretto interessato, purché  viene realizzato con materie prime della regione di appartenenza. Il menù identitario deve essere realizzato esclusivamente con i prodotti del paniere PIT.

I ristoranti associati, aderenti al progetto identità gastronomica territoriale, saranno contraddistinti con apposito logo identificativo “MENU’ Identitario“ e con relativo strumento di tracciabilità del menù identitario.

PROVVEDIMENTI

Il presente regolamento illustra le procedure per la certificazione a fronte della dichiarazione di responsabilità del legale rappresentante aziendale.

L’AdIE:

  • attua e mantiene un sistema di gestione della tracciabilità documentato conforme alle disposizioni della norma di riferimento;
  • identifica e tiene sotto controllo i requisiti specificati dal presente regolamento, compresi quelli cogenti di legge e normative in materia nazionali ed internazionali;
  • verifica costantemente il procedimento di realizzazione del menù identitario.

L’Istruttoria di Certificazione viene sottoposta all’esame del Consiglio Direttivo Nazionale per la deliberazione della concessione del Marchio PIT o del MENU’ Identitario.

Nel caso in cui l’azienda non rispetta i requisiti sopra riportate, l’AdIE in relazione alla frequenza e gravità degli eventi, adotterà le azioni che riterrà opportune, che possono comportare nei casi più gravi la sospensione e la revoca della validità della certificazione.

Verbale n. 18 del Consiglio Direttivo Nazionale, Delibera n.44 del 12.11.2023